9 maggio – Instagram
Venerdì 9 maggio,
alle 18 e 30,
sul mio profilo instagram
leggo un racconto un po’
diverso dalla casa nuova

Venerdì 9 maggio,
alle 18 e 30,
sul mio profilo instagram
leggo un racconto un po’
diverso dalla casa nuova
Sabato 10 maggio,
a Cerveteri,
alle 18,
alla Necropoli Etrusca della Banditaccia,
in via della Necropoli, 45/45,
Gino Saladini presenta
la dozzina del premio Strega.
Domenica 11 maggio,
a Rimini,
alle 21,
al Teatro Galli,
in Piazza Cavour 22
Loredana Lipperini
presenta la dozzina
del premio Strega
Giovedì 15 maggio,
a Torino,
al Salone del libro,
padiglione 1,
sala Rossa,
alle 15:45,
presento
Gianluigi Buffon e il suo
Cadere, rialzarsi,
cadere, rialzarsi
(Si può prenotare dal 16.4 qui: clic)
Venerdì 16 maggio,
al Salone del libro
di Torino,
allo stand di Chora,
a mezzogiorno,
con Sabrina Tinelli,
A cosa servono i russi.
Venerdì 16 maggio,
a Torino,
al Salone del libro,
alle 17,
allo stand di Repubblica,
parlo con Annalisa Cuzzocrea
non so bene di cosa.
Sabato 17 maggio,
al salone del libro di Torino,
Sala Madrid,
alle 13 e 45,
E questo cielo, e queste nuvole.
Tradurre la poesia
Sabato 17 maggio,
a Torino,
alle 18 e 15,
padiglione 2,
sala Blu,
Chiudo la porta e urlo
Sabato 17 maggio,
a Torino,
alla Fabbrica delle 3
(corso Trapani 91/b)
per il progetto Ballatoio
parlo di Chiudo la porta e urlo
con della gente che l’ha letto
(se non ho capito male)
Domenica 18 maggio,
a Torino,
al Salone del libro,
alle 10 e 45,
parlo degli Oscar Mondadori
alla sala Granata
padiglione 1
(con Stefano Bollani,
Daria Bignardi, Teresa Ciabatti,
Alessandro Piperno)
Domenica 18 maggio,
a Torino,
al Salone del libro,
alle 11 e 45,
padiglione 2,
sala blu,
con Alessandro Piperno
parliamo di
Delitto e castigo.
Sabato 24 maggio,
a Bologna,
alla libreria Ambasciatori,
alel 12,
con Antonio Franchini
parliamo del Fuoco che ti porti dentro
che ha vinto il secondo
Premio Karenin
e consegniamo il premio.
Questo è un racconto scritto in un modo un po’ diverso, che è sempre tutto uguale ma questo è un po’ diverso, secondo me.
Clic E stasera lo leggo su Instagram alle 18 e 30 (dalla casa nuova)
l’ideale sarebbe trarre dei libretti dai Fincipit, l’idea di Alessandro Bonino e Stefano Andreoli che consiste nel prendere un inizio di un romanzo (o poesia, o canzone) e farlo finire subito. «Ei fu, siccome immobile, pagava l’ICI»; «Chiamatemi Ismaele. “Ismaeleeee!”»; «Una rotonda sul mare, è mia sorella che nuota»; «Respiri piano per non far rumore o sei proprio morta?»; «Chiamatemi Ismaele, che a me vede il numero e non mi risponde»; «Ho visto le menti migliori della mia generazione e ho pensato “Ah, andiam bene”; «Tutti ormai lo chiamavano don Ciccio. Anche se il suo vero nome era Ismaele».
il resto è qui: clic
Lo dico sempre anch’io, in due è il massimo, | per stare insieme, se vuoi stare insieme, in dieci, in venti, | come fai a stare insieme? | la gente invece gli piace d’essere in tanti, | «Eravamo una trentina, | senza contare i bambini», e sono contenti, | «Stiamo insieme», | che non vuol dir niente, starai attaccato, non insieme, | più siete e peggio è, | stare insieme è un’altra cosa, non te n’accorgi? | no, non se n’accorgono, | per loro, essere in pochi è come non esserci, loro | hanno bisogno d’essere in molti, in cento, in mille, | in diecimila, in centomila, | che io, ci sono stato anch’io, | per San Martino, alla festa della Pieve, | mangiare, bere, canti, ridi, urli, | perché devi urlare, è tutto un urlío, | se no non ti senti, e per loro è allegria, | che era un casino, e io lí zitto in mezzo, | cosa vuoi che dica, mi pareva, ma davvero, | d’essere solo, || invece in due, tu e lei, la sera, in casa, | a un certo momento spegni la televisione, | chiacchieri un po’, lei va di là, torna, | sorpresa! due gelati, | vuoi crema o cioccolato? | poi ogni tanto si esce, si va nei posti, | a mangiare fuori, al cinema, | il cinema è una roba, | come da bambini le favole, | si sta lí tutti a sedere, zitti, incantati, | se ti viene delle volte da dir qualcosa, dietro | c’è sempre uno che protesta: ssst! silenzio! | poi Fine, si accendono le luci, | è come svegliarsi, ti alzi, e basta un niente, | che le tieni il cappotto, che se l’infila, | che la stringi, non molto, solo sentirla.
Raffaello Baldini, Intercity
Oggi c’è sciopero dei treni, viaggio su Italo, che è il treno garantito all’orario che mi interessa e, appena montato sul treno, ho sentito un annuncio Attenzione ai borseggiatori e alle borseggiatrici, che è molto corretto, che se dicevano solo Attenzione ai borseggiatori le borseggiatrici ci restavano male, e viceversa, mi viene da aggiungere perché ho paura.
E «A mor», in dialetto parmigiano non significa «Amore», significa «Io muoio»
[Domani, a Radio 2 social club, leggo il pezzo che ho scritto per l’album Il dominio della luce di Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo (che poi sono sempre le solite cose)]
Con la letteratura russa del secondo Novecento succede una cosa stranissima che, per quanto possa sembrare inverosimile, ha a che fare con un mio trasloco.
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Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell’ingiuria:
mi agguanto solo, per sentirmi vivo,
al guscio della mia capigliatura.
Sergej Esenin
(traduzione di Renato Poggioli)
[Sabato 17 maggio, al salone del libro di Torino, Sala Madrid, 13 e 45, E questo cielo, e queste nuvole. Tradurre la poesia]
35 / sabato 3 maggio
Parma – Como
Stadio Ennio Tardini
Ore 15:00
Che due maroni.
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Può darsi che sul pianeta Marte ci sia qualcuno più intelligente di me. Sul pianeta Terra ne dubito fortemente.
Daniil Charms
[Venerdì 16 maggio, al Salone del libro di Torino, allo stand di Chora, a mezzogiorno, con Sabrina Tinelli, A cosa servono i russi]
Che poi mi succede di rado, e non sente nessuno, nella camera cieca, di sotto, tra i panni sporchi, chiudo la porta, e urlo. Dopo sto meglio.
Raffaello Baldini
[Abbiamo ristampato Chiudo la porta e urlo, grazie]